Al vertice di un'associazione criminale un detenuto del carcere di Barcellona, che gestiva tutto restando in contatto con la moglie
Facevano parte di due diverse associazioni criminali i nove arrestati stamani dalla Polizia per detenzione e cessione di stupefacenti.
Il telefono in carcere
Gli agenti del Commissariato di Milazzo hanno scoperto una prima organizzazione che gestiva la vendita di droga anche dentro il carcere di Barcellona, dove entrava nascosta nei pasti consegnati a un detenuto, ritenuto al vertice.
L’uomo aveva un piccolo telefono, già trovato dagli investigatori e sequestrato, col quale dava disposizioni alla moglie. La donna faceva il conto dei guadagni e preparava il cibo dentro il quale metteva la droga, anche tramite corrieri ignari.
Il secondo gruppo criminale
L’organizzazione gestiva la vendita all’ingrosso di droga a un altro gruppo criminale, operativo a Milazzo. La Polizia e la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, grazie anche a intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno documentato diversi episodi di acquisto di droga all’ingrosso, trasportata da Messina alla riviera tirrenica e suddivisa tra gli spacciatori del clan per la vendita al dettaglio. Altri episodi sono stati evitati con l’arresto di corrieri e il sequestro di droga.
I guadagni sarebbero stati spesi per l’acquisto di gioielli o abiti firmati e per mantenere uno stile di vita ampiamente superiore alle lecite disponibilità economiche.