Storie di chi ha toccato il fondo: come si vive in 20 baraccopoli di Messina VIDEO

Storie di chi ha toccato il fondo: come si vive in 20 baraccopoli di Messina VIDEO

Silvia De Domenico

Storie di chi ha toccato il fondo: come si vive in 20 baraccopoli di Messina VIDEO

sabato 27 Luglio 2024 - 13:00

Il viaggio si ferma e ripartirà a settembre. Puntata dopo puntata abbiamo attraversato migliaia di metri quadrati di miseria e sofferenza

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – Ad ogni tappa di questo lungo viaggio siamo scesi un gradino più in basso. Fino ad arrivare negli inferi. Il Viaggio nelle baraccopoli si ferma per una piccola pausa estiva e ripartirà a settembre. La sofferenza delle migliaia di persone che vivono dentro le baracche però non andrà in vacanza. Anzi sarà acuita dal caldo, dalle zanzare e dal prurito. 

20 puntate per raccontare incubi e sogni di chi vive in baracca

Da febbraio a luglio abbiamo attraversato 20 baraccopoli di Messina, una alla settimana. Abbiamo raccontato storie, vite, drammi, sogni e paure. Un viaggio alla scoperta di baraccopoli sconosciute e mai censite. Ma anche quelle più visibili ai cittadini. 

Siamo partiti da via Catanoso, che sarà proprio la prossima ad essere demolita. Ma poi ci siamo spostati a Camaro, Minissale, Rione Taormina, Giostra, passando per quelle più centrali. Si perché le baracche non si trovano solo in zone periferiche e dimenticate di Messina, ma anche a pochi metri da piazza Duomo.

Marcello Scurria ci ha guidati nel dedalo delle aree di Risanamento

A farci da Cicerone nelle strettoie e sotto i tetti d’amianto il sub commissario al Risanamento Marcello Scurria. C’è sempre stato anche Tonino Genovese, instancabile presenza dell’ufficio commissariale. Sono intervenuti in alcune puntate la deputata di Forza Italia Matilde Siracusano, il vice sindaco di Messina Salvatore Mondello e il presidente di Arisme Vincenzo La Cava.

Storie di vita in baracca

E poi tanti tanti volti, giovani e meno giovani, di gente comune. Qualcuno ci ha raccontato di essere nato in una baracca, altri supplicavano per andarsene via il più lontano possibile, mentre altri ancora si aggrappavano con tutte le loro forze a quelle mura scrostate dalla muffa. C’erano poi i fragili che hanno avuto priorità nell’assegnazione di un nuovo alloggio, hanno lasciato le vecchie case fatiscenti e della loro vita tra quelle mura umide oggi rimane solo una X sulla porta.

Il viaggio continua a settembre…

Un viaggio per raccontare alla città ciò che si nasconde dentro quei rioni, a volte inespugnabili. Per spiegare che abbattere una volta per tutte quelle case degradate è un bene non solo per chi ci vive ma per tutta la città. Perché gli spazi liberati dalle baraccopoli sono spazi pubblici che, una volta recuperati, possono trasformarsi in parchi e parcheggi. Il risanamento consente di liberare slarghi interrotti da case costruite letteralmente in mezzo alla strada. Insomma a goderne sarà tutta la città, quando e se verrà completato. Tanti passi sono stati fatti, ma la strada è ancora lunga. Sono ancora più di 70 le baraccopoli esistenti. Alcune micro altre enormi. Ma tutte hanno la stessa urgenza e la gente che le popola il diritto di risorgere dalle proprie ceneri. 

Il viaggio si ferma qui, ma ripartirà a settembre…

3 commenti

  1. Campa cavallo.,

    7
    7
  2. Andrea Altadonna 28 Luglio 2024 20:59

    Dr Luca: illo tempore: niente più baracche entro il 2018: sic!!!!!!!!!!!!

    2
    3
  3. È una cosa indecorosa per la città. Però c’è anche da dire che negli anni le case popolari sono state assegnate dall’ente IACP.
    Molte persone però continuano a restare,o cedere le baracche a parenti, amici nipoti, cugini ecc ecc. Tutta gente che non ha “valia” di comprare una casa di tasca propria, tanto poi vengono assegnate dal Comune.
    Abbiamo generazioni di famiglie che hanno preso casa per tutti.
    E poi, purtroppo,ci sono le persone realmente indigenti,che non possono veramente permettersi una casa, una vita dignitosa che vengono scavalcati nelle graduatorie, da tutta la gentaglia elencata su… Purtroppo la politica dovrebbe realmente attenzionare e combattere questo fenomeno.
    Io che lavoro duramente,dovrei stare in baracca per qualche mese o anno, per potermi far dare un bell’alloggio,magari mi trovano la casa in centro. A spese degli onesti cittadini che come al solito non solo tutelati da nessuno, pagando per tutti.

    1
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007