Un arresto in carcere, dieci ai domiciliari e due sospensioni dai pubblici uffici per sei mesi. Misure cautelari anche per l'intero capitale sociale di tre srl (Peredil, Costeson e Ergi Costruzioni) e svariati beni (tra cui 11 immobiliari) per un valore di oltre 35 milioni. Sono i provvedimenti emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, dopo le indagini della Procura Dda di Messina diretta dal procuratore Maurizio De Lucia, nell'ambito dell'operazione Terzo Livello, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Messina, in sinergia con il Centro operativo di Catania e il supporto di Reggio Calabria, Palermo, Bari, Roma, Caltanissetta, Catanzaro ed Agrigento
Va in carcere l'imprenditore 65enne milazzese Vincenzo Pergolizzi, ai domiciliari le sue due figlie Stefania e Sonia, l'ex presidente del Consiglio comunale di Messina, Emilia Barrile, il commercialista Marco Ardizzone, un dirigente del Comune di Milazzo ed ex consigliere provinciale dell'Udc, Francesco Clemente, e ancora Carmelo Cordaro, Michele Adige, Vincenza Merlino, Carmelo Pullia e Giovanni Luciano. Sospensione del pubblico ufficio per sei mesi per il direttore generale dell'Atm, Daniele De Almagro, divieto per sei mesi di esercitare attività e di ricoprire uffici apicali in seno ad imprese e persone giuridiche per l'imprenditore Antonio Fiorino.
Secondo le indagini, un sodalizio criminale che, costituendo una articolata rete di rapporti clientelari/affaristici/amicali, era dedito alla commissione di plurimi reati contro la Pubblica Amministrazione oltre ad una serie di reati strumentali.
I filoni investigativi sono due, in uno dei quali primeggia l'ex presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile (VEDI PEZZO A PARTE).
L'altro riguarda la frenetica attività dell'unico condotto in carcere, Vincenzo Pergolizzi, vicino alla criminalità organizzata di Barcellona, Messina e Catania, ai tempi dell’attività sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Polizia con obbligo di soggiorno nel Comune di Milazzo. Attraverso la complicità di familiari e persone di fiducia, è riuscito a "salvare" il patrimonio immobiliare delle sue società ed evitare il recupero coattivo di un milione accertato dovuto all'erario. Oltre a diverse "trasformazioni" societarie per mezzo dei propri familiari, ha inscenato fittizie controversie lavorative con dipendenti di fiducia, per svuotare le proprie società di beni e capitali.
Oltre ai 13 destinatari di misure cautelari, anche 7 indagati, fra cui l'ex presidente dell'Amam, Leonardo Termini, l'imprenditore della Fire, Sergio Bommarito, e gli imprenditori Angelo e Giuseppe Pernicone, titolari di una società di vigilanza impegnata allo stadio. Tutti sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di questi reati: corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità in concorso, corruzione, detenzione illegale di armi, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, turbata libertà degli incanti, associazione per deliquere, intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
(Marco Ipsale)