INTERVISTA al presidente degli albergatori: "Siamo stati i primi a cadere, saremo gli ultimi a rialzarci. Per gli stranieri si dovrà attendere almeno fino a settembre... Stagione invernale da ripensare"
TAORMINA – “Il nostro settore è in ginocchio. E’ stato il primo a cadere e sarà l’ultimo a rialzarsi”. Gerardo Schuler, quando lo scorso dicembre venne eletto alla presidenza degli albergatori di Taormina, la capitale siciliana del turismo, pensava che il periodo pasquale potesse essere quello della riapertura, anche se a piccoli passi. “Così non è stato per i motivi che tutti conosciamo – evidenzia il presidente – e abbiamo appena vissuto le festività Pasquali allo stesso modo dello scorso anno, in zona rossa. Il milione e 150mila presenze del 2018-2019 è un lontanissimo ricordo…”. L’annu successivo le presenze si fermarono a 350mila. Poi arrivò il covid. E il mondo è cambiato. Si guarda con cauto ottimismo all’estate. “Qualche prenotazione c’è – evidenzia Schuler – ma sappiamo bene che non ci sono certezze sul futuro. Guardiamo al turismo di prossimità. E’ certo, invece, che per i turisti stranieri, se tutto andrà per il verso giusto, bisogna aspettare l’autunno. E quindi andrebbe ripensata, insieme agli amministratori comunali, anche la stagione invernale. E guardare ad una Taormina diversa, insomma, rispetto a come l’abbiamo vista e vissuta sino ad ora”. L’85% della clientela degli alberghi taorminesi giunge dall’estero. Ogni anno la Pasqua era il preludio all’apertura della nuova stagione. Nell’era covid, l’unica certezza è che non vi è nessuna certezza. Si spera di partire in ritardo. “E che i vaccini – conclude Schuler – possano fornire al più presto il pass per le riapertura in sicurezza”. (Carmelo Caspanello)