UniMe e imprese del territorio, serve più impegno per evitare che i giovani lascino Messina

UniMe e imprese del territorio, serve più impegno per evitare che i giovani lascino Messina

Gianluca Santisi

UniMe e imprese del territorio, serve più impegno per evitare che i giovani lascino Messina

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giovedì 16 Novembre 2023 - 20:50

L'intervento dell'imprenditrice Rovena Raymo ha sollevato un tema delicato al confronto tra i candidati rettore organizzato da Tempostretto

MESSINA – Ad una settimana esatta dalla prima votazione, fissata per il 23 novembre, questo pomeriggio il Salone degli Specchi della Città Metropolitana di Messina ha ospitato il confronto tra i candidati rettore dell’Università di Messina organizzato dalla nostra testata. I docenti UniMe Michele Limosani, Giovanni Moschella e Giovanna Spatari hanno risposto puntualmente alle domande del direttore di Tempostretto, Marco Olivieri. Spazio anche per il mondo sportivo, con il presidente di Akademia Fabrizio Costantino che ha chiesto lumi sui programmi relativi all’impiantistica, e al settore imprenditoriale, con l’intervento di Rovena Raymo, responsabile marketing e imprenditrice di quarta generazione della Simone Gatto Srl, una delle eccellenze del territorio messinese con la sua produzione di oli essenziali e succhi di agrumi. 

“La mia è una testimonianza positiva della collaborazione con l’Università – ha detto Rovena Raymo -. Da anni portiamo insieme avanti dei progetti di ricerca importanti e usufruiamo dei servizi di analisi dei laboratori chimici universitari. Però c’è un punto che troviamo farraginoso, quello relativo ai tirocini di formazione degli studenti. Si tratta di uno strumento che potrebbe essere molto utile per noi, come forza lavoro fresca ed entusiasta, e per gli studenti che potrebbero avere un’opportunità di crescita. Ma troviamo che sia difficile avvalersene a livello burocratico”. Rovena Raymo ha quindi chiesto ai candidati rettore cosa prevedono per facilitare la sinergia industria/università.

Spatari: “Occorre stare attenti ai bisogni del territorio”

“Credo fortemente – ha risposto Giovanna Spatari – che la capacità di mantenere qui i giovani passi dalla nostra capacità di formulare un’offerta formativa in funzione dei bisogni del territorio. I tirocini sono fondamentali per noi. Naturalmente sappiamo quale è la vostra realtà e che possa essere solo un grande piacere che i nostri studenti si avvalgano di strutture di livello avanzato. Al tempo stesso, voi potete avvalervi delle competenze sviluppate nostri giovani. Ci sono settori universitari da potenziare, come l’agroalimentare e l’elettronica, e mi impegnerò anche affinché la procedura dei tirocini possa essere semplificata, in modo da favorire uno scambio molto più efficace, con un reciprocità di vantaggi”.

Moschella: “Stravolgere la ratio dei tirocini”

“Concordo pianamente – ha detto invece Giovanni Moschella – sul fatto che il meccanismo dei tirocini, così come è strutturato adesso, viene inteso dagli studenti solo come un adempimento burocratico a cui si deve sottostare dalla fase in cui si finiscono gli esami alla laurea. La ratio deve essere altra. Anche perché abbiamo la necessità di struttura al meglio le opportunità che arrivano dalle imprese. Va rivisto questo meccanismo per velocizzare i tempi e perché ci sia una stretta corrispondenza tra l’offerta delle imprese e le aspettative degli studenti”.

Limosani: “Sfide della competitività da affrontare insieme”

Bisogna sburocratizzare non solo il sistema dei tirocini – ha detto Michele Limosani – ma tutto il sistema universitario. E’ un punto di contatto con le aziende fondamentale, perchè lo studente studente può verificare le sue competenze con le esigenze del mercato. Ma voglio andare oltre. Perché questo sistema economico cresce perché voi imprese costituite un punto nevralgico. Voi avete necessità di stare sui mercati internazionali, di innovare, di sperimentare, di attrarre risorse finanziarie, di riorganizzare i processi organizzativi. Non abbiamo la necessità di accordi occasionali ma di sederci ad un tavolo insieme per affrontare le grandi sfide della competitività. I nostri giovani vanno via perché su questo territorio mancano le opportunità di lavoro. Noi siamo pronti a far comunicare questi due mondi”.

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