Via Quinto Ennio. "Viviamo ancora nelle baracche, ci sentiamo dimenticati” VIDEO

Via Quinto Ennio. “Viviamo ancora nelle baracche, ci sentiamo dimenticati” VIDEO

Ilaria Mangano

Via Quinto Ennio. “Viviamo ancora nelle baracche, ci sentiamo dimenticati” VIDEO

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mercoledì 08 Gennaio 2025 - 07:00

Messina. Tre famiglie in attesa di poter abbandonare le baracche in cui vivono. Ruspe in azione nel rione Taormina

MESSINA – Dal 2 dicembre sono iniziati i lavori di demolizione delle baracche di via Taormina. Subito dopo toccherà a tutta la zona che costeggia la caserma di Minissale, in via Quinto Ennio. E di venti famiglie inizialmente presenti, ancora tre attendono di poter lasciare le baracche in cui vivono.

Ci dice un residente: “Vivo qui sin da piccola. Ho 29 anni. Prima abitavo con i miei genitori, ora sono qui con mio fratello e mio figlio. Aspettiamo il giorno di consegna delle case da anni. Continuano a dirci che saremo i prossimi, che manca poco tempo, che non c’è necessità di fare lavori in casa perché è questione di giorni, settimane o pochi mesi. Ogni giorno vivo con la speranza di ricevere una chiamata e chiudere questo capitolo di vita. I disagi, specialmente per chi ha bambini piccoli, sono tanti”.

“Vivo con l’ansia”

Le condizioni di vita sono al limite. Prosegue la giovane residente: “È un continuo ripulire l’umidità, tenere la casa il più pulita possibile, fare riparazioni per le perdite che ogni anno si verificano puntualmente con le piogge intense. Bisogna barricarsi in casa per paura di ratti, scarafaggi e zanzare a causa dei ristagni d’acqua e della fogna. Quando ci sono rotture nelle tubazioni, anche chiamando l’Amam, non riceviamo aiuto e dobbiamo provvedere noi. Davanti casa mia c’è un muro pericolante e ogni volta che c’è brutto tempo ho paura di uscire. Lo stesso vale per il palo pericolante davanti a casa: è stato denunciato, ma rimane lì. Vivo con l’ansia che possa cadere sul tetto mentre siamo in casa”.

Non mancano infiltrazioni d’acqua all’interno delle loro abitazioni. Racconta un’altra cittadina: “Le mie figlie, mentre dormivano, si sono ritrovate l’acqua nel letto. Una notte mia figlia mi ha svegliata dicendo Mamma, piove. Mi sono alzata e le ho trovate bagnate, quindi si sono coricate nel letto con me. Hanno una 16 e l’altra 14 anni. Inoltre, ho un altro figlio sposato con un figlio che a volte dorme qui con noi nel letto, non abbiamo spazio”.

“Non cambia mai nulla”

Una zona che sembra – in base a quanto dichiarato dai residenti – nemmeno essere sottoposta a manutenzione. Spiegano: “Gli spazzini passano raramente, non sapevano nemmeno che la via fosse abitata. Dobbiamo portare la spazzatura lontano, fuori dalla via, per evitare i topi. L’erba la facciamo tagliare a spese nostre, le luci le mettiamo noi. Quando piove, il muro circostante crolla. I bambini non possono uscire perché è pericoloso. Facciamo segnalazioni e denunce, ma non cambia mai nulla. Siamo abbandonati”.

Le famiglie sperano di poter lasciare le baracche da lì a breve e sottolineano: “Ci avevano detto che avremmo avuto le case in aprile. Poi hanno spostato tutto a novembre, poi a dicembre. Ora siamo a gennaio 2025 e siamo ancora qui. Nessuno viene, neanche per chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa. Siamo stati dimenticati”.

In realtà, in base alla programmazione del risanamento, dovrebbe proprio essere questione di mesi. E il 2025 dovrebbe essere l’anno giusto. Ma è chiaro che, dopo tutti questi anni, le famiglie che vivono qui non ci credono più. E rimarranno scettiche fino a quando non saranno trasferite.

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6 commenti

  1. La notizia desolante è che in due generazioni nessuno della famiglia è riuscito a mettersi in condizioni di affittare una casa, anche piccola ma dignitosa.
    Non possiamo sapere le condizioni di questa specifica famiglia, per cui non bisogna giudicare (abitudine sempre valida). In generale però vale il detto che, piuttosto che dare un pesce, sarebbe meglio insegnare a pescare .

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  2. Le dichiarazioni di queste persone, mi lasciano basito. Io posso capire che nasci in una baracca. Figlia di genitori che invece di pensare a comprarsi una casa o affittarla, prima di sposarsi, ” saltano ” il pensare al proprio futuro e a quello dei propri figli, e si ritrovano a vivere in baracca. Difficile concepirlo, per persone normali, ma puo’ succedere. Ma continuare a vivere in baracca, sposarsi e continuare a vivere in baracca, onestamente e’ fuori dalla mia comprensione. Per me e’ chiaro che queste persone, stanno in quella situazione, che loro dichiarano drammatica, perche’ aspettano che qualcuno gli regali una casa. Spero che questa piaga sociale, finisca presto e che le autorita’ non permettano piu’ una situazione simile. Basta con i furbetti che anziche’ fare i sacrifici che fanno tutti per trovarsi una casa decente, fanno queste cose, per approfittare. Spero che a tutti questi signori, non sia mai piu’ data, comprata con soldi pubblici, una casa di proprieta’. Perche’ sono sicuro che la venderebbero subito, per tornare in una baracca.

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  3. Purtroppo è la mentalità sbagliata.
    Dalle baracche ci sono persone che hanno avuto in regalo le case per tutta la famiglia. Assurdo continuare a dare case a destra e a manca. Bisogna controllare, vigilare.
    Io pago un mutuo! Come buona parte delle persone normali.
    Molti stanno in baracca ma hanno tutto, ogni comfort,macchine,cellulari, ecc.ecc.
    Buona parte di ‘ste persone lavora, anche se in nero, prendeva il reddito, e molte altre agevolazioni. Una parte è fatta dei soliti furbi.
    A discapito di chi si rompe la schiena a lavorare e pagare sempre per tutti.
    Ovviamente tra queste persone, c’è davvero chi ha bisogno, e lì bisogna davvero intervenire e fare qualcosa, trovare una sistemazione dignitosa. Spero che presto siano eliminate le baracche da ogni rione. Così che possa finire questo disastro umano.

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  4. Forse molti dimenticano che diverse famiglie che hanno avuto aggiudicato una casa popolare hanno poi preferito tornare a stare in baracca oppure alcuni che hanno destinato ad altri la casa loro affidata o addirittura hanno affittato gli immobili popolari. Situazioni simili dispiacciono ma certa gente che abita nelle baracche e poi si lamenta dovrebbe però spiegare come fanno ad avere cellulari, condizionatori, macchina, ciclomotori ecc

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  5. è corretto dare voce a situazioni di degrado ambientale di questo genere, ma non si deve dare assolutamente voce a queste persone che da decenni perseverano nel piangersi addosso , quando avrebbero potuto trovarsi una casa dignitosa, magari in affitto, per far crescere i propri figli in modo piu sano.
    l’idea di dover accusare il comune di ritardi nelle consegne e pretendere una casa , quando non vi sarebbe dovuta ,è una cosa che non si puo sentire, che fa parte di un degrado sociale.
    basta con questi piagnistei, se volete cambiare la vs situazione non aspettate gli altri o l’amministrazione . tutto deve partire dalla vs volontà. arrotolatevi le maniche e non campate sulle spalle di redditi non dovuti!!!!!

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  6. Dispiace per la situazione di degrado ecc. ecc. chi si dispiace di me e dei miei quattro figli che dopo aver studiato, pagato tasse per scuola e laurea,per trovare occupazione dignitosa e mantenersi sono tutti fuori? e allora come regaliamo lavoro e case agli altri tocca uguale trattamento a me ed ai mie figli e di tutti coloro che con le lacrime agli occhi li accompagniamo alla stazione per partire per andare a lavorare. grazie

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