E in una c'è persino una cabina elettrica. Storie di chi vive così da più di 50 anni e di chi è morto sognando la casa
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Una baraccopoli che si sviluppa in lunghezza e ricopre gran parte di Villaggio Aldisio. La via Rosso da Messina parte dal Policlinico e arriva fino al viale Gazzi alto, in corrispondenza di Fondo Fucile. Baracche da un lato e dall’altro della strada, quasi tutte costruite intorno ai pali della pubblica illuminazione. Dai tetti ricoperti di amianto e dalle pareti esterne, infatti, sbucano i lampioni. E poi un groviglio di grossi fili che si intrecciano da un lato all’altro della via. In una delle casette c’è persino una cabina elettrica.
“Mio marito è morto sognando la casa”
Così si vive da più di 50 anni in questa baraccopoli. C’è chi ha cresciuto figli, nipoti e pronipoti fra quelle mura umide e chi lotta ancora tutti i giorni con infezioni e malattie polmonari dei bambini piccoli. E poi la moglie di un uomo che è morto sognando la nuova casa. “Tutti i ricordi con mio marito sono in questa baracca e anche quando avrò l’alloggio non sarà più lo stesso”, racconta amareggiata e commossa la signora che ha accolto in casa sua le figure istituzionali responsabili del risanamento. Ha mostrato il bagno inagibile e le condizioni in cui vive. “Era mio marito a sistemare e pitturare, da quando è mancato non ho toccato più niente”.
“I miei bambini sempre malati perché respirano muffa”
“Casa mia è dignitosa perché io la sistemo e la pitturo continuamente”, racconta un padre di famiglia che di lavoro fa il muratore. “Ma l’umidità e la muffa tornano sempre e con loro le infezioni e le malattie dei miei bambini“. E racconta di avere una piccola ricoverata in ospedale e il fratellino a casa malato.
“Mai avrei pensato di rimanere qui per 55 anni. Una vergogna”
E poi una signora che vive in questa baraccopoli da 55 anni. “Mai avrei pensato di starci così tanto, è una vergogna”. Sotto quei tetti pieni di muffa ha cresciuto 4 figli e anche i nipoti. Osservava il sopralluogo istituzionale dall’uscio di casa sua incuriosita accanto al cagnolino. E quando si è vista passare davanti donne e uomini ben vestiti, seguiti da fotografi e giornalisti, pensava si trattasse di una nuova campagna elettorale. “Già si deve rivotare?”, si chiedeva memore delle tante passerelle che hanno spesso accompagnato le elezioni a Messina.
Ma studiare, imparare un mestiere, lavorare, farsi un mutuo o affittarsi una casa come fa la maggior parte delle persone nel mondo, sono bestemmie da non pronunciare se sei nato in baracca?
Questi soggetti aspettano e/o quasi pretendono una casa e sussidi economici per se sterssi e per le loro progenie… è normale tutto questo?
I comuni mortali, che partendo da zero si sono costruiti una vita dignitosa e magari acquistato casa, automobile ecc. ecc., sono vincitori della lotteria o se li sono sudati?
Ma i mass media preferiscono dare un taglio pietistico-elettorale piuttosto che approfondire i perché e per come ancora esistono questi fenomeni….
Come si fa a tollerare che attorno ad una cabina elettrica dell’Enel, si possa costruire la propria casa ? Come mai i tecnici di questo Ente dello Stato, durante tutti questi anni, non se ne sono accorti ???