Come si vive sotto tetti fatti di amianto e pareti dipinte di muffa. Succede a Messina. Nel 2020. Siamo sul viale Giostra alto, nella zona cosiddetta "Ex lavatoio". Qui 20 famiglie vivono in case che case non sono. Servizio di Silvia De Domenico
Tetti che crollano nel cuore della notte. Pareti morsicate dalle crepe. Soffitti divorati dalla muffa. Eternit al posto delle tegole. Pioggia raccolta nei bidoni. Ecco come vivono più di 20 famiglie messinesi. Nel 2020.
Siamo sul viale Giostra alto, nella zona cosiddetta “Ex lavatoio”. Qui le baracche esistono da decenni. Dovevano essere soluzioni temporanee che si sono trasformate in condizioni esistenziali infinite. C’è chi è nato e cresciuto con la speranza di avere una casa dignitosa. Alcuni sono pure morti, portando nella tomba questo sogno. Come un bambino di soli 6 anni che desiderava tanto la sua cameretta, ma non l’ha mai vista.
Ci sono case in cui non c’è nemmeno il bagno. E per raggiungerlo bisogna attraversare un freddo corridoio a cielo aperto, anche sotto la pioggia. Anche con i bambini piccoli in braccio.
Abbiamo incontrato una giovane mamma di 31 anni. Da bambina ha sperato tanto di avere una camera tutta sua dove portare le compagnette a giocare. Adesso la sogna per i suoi due figli. C’è anche chi vive da 37 anni in una sola stanza. Letto, cucina, tavolo, lettini a castello e armadi: tutto in pochi metri quadrati. E qui, fra legno, muffa e amianto, è riuscita comunque a far crescere i suoi 3 figli.
“Non sono case dignitose, ma soprattutto non sono sicure”, ci dicono gli abitanti. “Viviamo nel terrore che il tetto ci crolli addosso. Cosa che è già successa più volte”. Ogni anno l’umidità divora le pareti e le famiglie sono costrette a fare dei lavori inutili perché puntualmente alle prime piogge le crepe e le macchie si ripresentano più grandi di prima.
Queste persone chiedono solo di essere ascoltate. Non si sono mai sentite considerate dalle amministrazioni comunali. “Quando si parla di risanamento noi non siamo mai nemmeno menzionate“, ci dicono. “Per loro non esistiamo“.
Servizio di Silvia De Domenico